Trattamento con ultrasuoni a bassa intensità e frequenza in ferite accidentali e piaghe nel cavallo
Autori
Abstract
I traumi nel cavallo rappresentano uno dei principali motivi per cui proprietari, allevatori, allenatori, artieri e fantini richiedono l’intervento dei veterinari ippiatri. Il trauma in senso proprio è rappresentato dalle ferite; in senso lato è una qualsivoglia lesione conseguente all’azione di cause fisiche e chimiche.
Il cavallo per le sue caratteristiche di nevrilità, per l’ambiente in cui vive e per le attività svolte è spesso soggetto a traumi superficiali e quindi a procurarsi ferite cutanee più o meno profonde e più o meno estese, ma soprattutto generate a livello di arti.
Molte sono le soluzioni terapeutiche proposte per favorire la guarigione di queste ferite.
Questo elaborato si occupa di un nuovo metodo per il trattamento di quelle ferite cutanee accidentali la cui estensione o localizzazione non ne consente la guarigione per prima intenzione e di quelle soluzioni di continuo non guarite per prima intenzione a superficie libera granuleggiante (piaghe). Si tratta di uno strumento per la produzione di ultrasuoni a bassa intensità e frequenza che consente al Chirurgo Veterinario di eseguire un lavoro di debridement capillare estremamente efficace nel controllo del tessuto di granulazione esuberante, della contaminazione batterica e dei tessuti necrotici conseguenti ai problemi di vascolarizzazione a cui spesso vanno incontro le ferite degli equidi.
Pur essendo la casistica non particolarmente elevata, i risultati positivi ottenuti in questo studio possono raccomandare il metodo di trattamento proposto finalizzato ad una migliore e più rapida guarigione per seconda intenzione che potrebbe fare di esso, in un prossimo futuro, il metodo elettivo.
Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria, Corso di Laurea in Medicina Veterinari-Clinica Chirurgica Veterinaria
Alma Mater Studiorum Università di Bologna